Il cimitero delle Fontanelle è un antico ossario situato in un’ antica cava di tufo nel cuore del rione Sanità, utilizzato a partire dalla seconda metà del XVII secolo per raccogliere i resti dei morti durante le grandi epidemie di peste e colera e di quanti non avessero la possibilità economica tale da garantirsi una degna sepoltura all’interno delle chiese cittadine.
Ben presto divenne luogo di culto, di riti, leggende, racconti di miracoli e soprattutto di forte devozione popolare rivolta a quelle ossa anonime, chiamate affettuosamente “Anime pezzentelle“, adottate dai napoletani e simbolo di un legame tra vivi e non vivi eternamente presente nella città partenopea.
Non è difficile notare la forza di questa devozione attraverso la pietas rivolta a questi centinaia di teschi, gelosamente messi da parte e custoditi in teche di ogni materiale, dal prezioso marmo al cartone, passando per vetro, ferro e persino scatole di biscotti.
Si pensa che all’interno del cimitero delle fontanelle siano conservati i resti di circa otto milioni di persone, cosa non improbabile tenuto conto che sotto il calpestio vi sono migliaia di ossa oltre quelle presenti nelle tre grandi navate dell’ipogeo tufaceo con i teschi posizionati su cataste di femori.
Sono tante le leggende popolari che animano il cimitero delle fontanelle, una delle più note è quella della “capa che suda” (il teschio che suda), ma non meno noto è il teschio del capitano e quello di Pasquale capace di dare i tanto desiderati numeri per il gioco del Lotto.
Non è un dato documentato, ma si racconta che al’interno della cavità vi siano conservati anche i resti di Masaniello e del poeta Giacomo Leopardi.
Per conoscere altre tradizioni popolari simili vedi anche Chiesa di San Pietro ad Aram e Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco